mercoledì 6 novembre 2013

San Matteo degli Armeni a Perugia

 


Sezione: Chiese
  La chiesa di San Matteo degli Armeni fu edificata a partire dagli anni ’70 del XIII secolo da monaci Armeni dell’ordine dei Basiliani giunti dall’Oriente fino a Perugia, probabilmente per sfuggire alle persecuzioni dei Saraceni. La chiesa, che nel 1310 ottenne l’indulgenza da Clemente V, fu grazie all’attiguo monastero un importante luogo di cultura con uno scriptorium che ha prodotto codici miniati di immenso valore oggi conservati a Roma e a Gerusalemme. Nel 1523 i monaci non ci sono più e si stabilisce che il convento diventi un lazzaretto, uno dei luoghi scelti per seppellire gli appestati.
   La chiesa, aperta solo in particolari ricorrenze, conserva preziosi affreschi recentemente restaurati che testimoniano un circuito di pellegrini armeni che facendo scalo ad Ancona, si fermavano a Perugia per raggiungere Roma.
   La struttura dell’insediamento religioso si rifà a modelli tipici degli insediamenti francescani e non presenta attinenze con l’architettura armena. Un lungo accurato intervento di restauro ha permesso di poter ammirare nuovamente la struttura e gli affreschi: tra questi, San Francesco d’Assisi, San Matteo Apostolo e San Basilio, dipinti da un anonimo artista umbro durante la seconda metà del XIII secolo; la presenza
affiancata di San Francesco e san Matteo, presente anche in uno sportello del trittico Marzolini, potrebbe interpretarsi come testimonianza sempre più stretta tra armenia e francescani.
San Matteo degli Armeni é situata in una delle zone piu’ pittoresche del capoluogo, a poche decine di metri dalle mura medioevali di porta Sant’Angelo, tra due dei piu’ importanti luoghi-simbolo della storia religiosa di Perugia, la chiesa del Tempio di San Michele Arcangelo ed il convento francescano di Monteripido.
  Inquadramento Geografico. Il Complesso monumentale di San Matteo degli Armeni è localizzato nella zona nord-ovest di Perugia, appena al di fuori delle mura trecentesche in un’area rimasta ancora in parte a conduzione agricola (in particolare olivi) in corrispondenza dello scosceso versante a nord della Via Monteripido, caratterizzata dalla presenza dell’imponente Complesso Francescano. Tale Convento comprendeva anche la tappa intermedia di San Matteo degli Armeni. La chiesa fu concessa alla comunità armena nel 1272. Venne adibita a Lazzaretto nel 1315. Nel 1523 diventa luogo di sepoltura degli appestati e da qui si deduce che la presenza armena fosse ormai conclusa. Nel 1541 il complesso diventa bene della Cattedrale di San Lorenzo. La chiesa verrà riadibita a sede di culto – per la comunità ortodossa – solo dopo il restauro successivo al terremoto del 1997.
L’analisi storica è stata supportata anche dall’analisi delle mappe catastali, nonchè da un esame dell’edificio. Il Catasto Chiesa del 1730 circa e quello Gregoriano del 1835/36 sono ambedue rappresentazioni della situazione del complesso nel periodo in cui era di proprietà della famiglia Oddi. L’ex canonica, è stata identificata con certezza quale uccelliera a seguito dei lavori di restauro che hanno messo in luce una tipologia edilizia contraddistinta da ampie aperture ai lati ornate da affreschi raffiguranti paesaggi. Di certo il sec. XVII ha coinciso con l’ultimo periodo di grande prestigio del complesso che trova la sua massima rappresentazione nella realizzazione, all’interno del parco, delle fontane barocche di cui oggi rimangono 8 nicchie ed una vasca centrale, probabilmente adibita a peschiera.





Dal punto di vista architettonico la chiesa presenta un'unica navata a pianta romboidale con sei robuste semicolonne, con ingresso esterno su strada e altro ingresso sul lato corto sotto l'androne coperto a botte. La struttura esterna è a filari di pietra squadrata con tre alte finestre trilobate, di cui una, quella sopra la porta esterna, di dimensioni più ristrette, esternamente è anche un campaniletto a vela in pietra squadrata. La copertura si presenta con due volte a crociera costolonate e irregolari.
Giardino che copre un'’area di circa 4800 mq.
  Il complesso di S. Matteo degli Armeni, gioiello poco noto agli stessi perugini, torna a tutti gli effetti a far parte della vita della comunità, e con un ruolo molto importante, anche simbolicamente. Concluso il lungo restauro che aveva preso le mosse nel 2007 per riparare i danni del sisma del 1997, S. Matteo é stato inaugurato 2 luglio 2012 nella sua nuova funzione di biblioteca comunale. Una biblioteca specialistica dedicata ai temi della pace e del confronto tra le religioni, con una sezione che comprende la biblioteca di Aldo Capitini. La raccolta è di proprietà della Fondazione Capitini.  A S. Matteo sarà inoltre conservata la bandiera con i colori della pace che il filosofo portò alla prima Marcia Perugia – Assisi, nel 1961.. Una biblioteca, dunque, ma non solo. Il Centro quindi reciterà un ruolo importante all’ interno della candidatura di PerugiAssisi 2019, che in questa vocazione identifica uno dei tratti fondamentali.
  IL RESTAURO L’intervento per ospitare il Centro di documentazione ed accoglienza per il dialogo interreligioso e per la pace ha potuto prendere il via una volta terminati, nel 2010, i lavori di consolidamento e restauro. Al piano terra si trova la reception. La zona emeroteca – ristoro è stata dotata di armadi porta borse chiudibili per i visitatori, di scaffali per esporre riviste e quotidiani, di macchinette self service e di tavolini e sedie. Le sale al piano terra sono munite di scaffalature doppie aperte a parete per i libri in libera consultazione, con parete scorrevole anteriore. Il piano terra è dotato di una sala con un’ampia vetrata con vista sul parco. Questo vano ha una sua connotazione architettonica che la contraddistingue dagli altri spazi soprattutto per il pavimento a listoni in rovere (a differenza delle altre stanze pavimentate con cotto ) con asole perimetrali in vetro calpestabili e dotate di una illuminazione al neon a scomparsa che sottolinea le parti basamentali dei pilastri in mattoni della fine del XVII secolo. All’occorrenza, questo spazio si può trasformare in una sala proiezioni o per la presentazione di libri e per attività formative. . Il primo piano è accessibile con una scala in muratura ed un ascensore. Questo piano è riservato allo “studio silenzioso” ovvero ad un numero riservato di fruitori che accedono a testi specialistici catalogati in scaffalature chiuse, parti delle quali sono riservate al Fondo Capitini. Il piano è completato da uffici, sala riunione, biblioteca per libera consultazione e postazioni computerizzate. La Biblioteca è parte integrante del Sistema delle biblioteche del Comune di Perugia, che garantirà un’adeguata dotazione di personale e una base modesta ma certa di risorse economiche, presupposti per lo svolgimento di un servizio al pubblico. La gestione della Biblioteca, alla quale collaboreranno anche la Fondazione centro studi Aldo Capitini e la Tavola della Pace, vedrà anche l’apporto di una Consulta d’indirizzo aperta a tutti gli enti operanti sul territorio.






2 luglio 2012
2 luglio 2012nella sua nuova funzione di biblioteca comunale. Una biblioteca specialistica dedicata ai temi della pace e del confronto tra le religioni, con una sezione che comprende la biblioteca di Aldo Capitini. La raccolta è di proprietà della Fondazione Capitini. Almeno per ora, il materiale capitiniano potrà soltanto essere consultato sul posto. A S. Matteo sarà inoltre conservata la bandiera con i colori della pace che il filosofo portò alla prima Marcia Perugia – Assisi, nel 1961. La bandiera era stata donata al Comune affinchè la custodisse, ed il sindaco Boccali ha ritenuto che S. Matteo degli Armeni fosse la sede ideale. Una biblioteca, dunque, ma non solo. Ancor più che una raccolta di testi ed un luogo di lettura e consultazione, S. Matteo degli Armeni rappresenterà infatti, nelle intenzioni dell’ Amministrazione comunale, un vero e proprio Centro di promozione di iniziative, dibattiti, studi, ponendosi quindi come lo strumento concreto con cui dare sostanza alla vocazione di Perugia crocevia di popoli, culture, religioni nel segno della pace e del confronto. Il Centro quindi reciterà un ruolo importante all’ interno della candidatura di PerugiAssisi 2019, che in questa vocazione identifica uno dei tratti fondamentali. L’ area del centro è coperta da una rete wifi. Alla inaugurazione ha partecipato il sindaco Boccali. Con lui, mezza giunta comunale (il vice sindaco Arcudi e gli assessori Cernicchi, Tarantini, Cardinali) gli ex sindaci Gianfranco Maddoli e Renato Locchi, l’ assessore regionale alla cultura, Fabrizio Bracco, ed il presidente della Fondazione Capitini, Claudio Francescaglia. Presenti anche i pià alti dirigenti del Comune ed i tecnici che hanno seguito il progetto ed i lavori di restauro. “Volevamo da tempo – ha detto il sindaco – dare un segno reale e concreto del legame di Capitini con Perugia e di come siano presenti nella coscienza della città i temi a lui cari, quelli della pace, del confronto, della nonviolenza. La nostra intenzione è che questo centro sia uno spazio sempre aperto, e, grazie al lavoro di un apposito comitato di indirizzo, attivo e propositivo”. Il sindaco ha ringraziato istituzioni (la Regione Umbria) ed i dirigenti e tecnici che, a vario titolo, hanno seguito il restauro. Della tradizione pacifista e nonviolenta dell’ Umbria, dal pensiero capitiniano allo “spirito di Assisi”, ha parlato l’ assessore Bracco, mentre il Prof. Francescaglia ha ribadito l’intenzione da parte della Fondazione di continuare l’ impegno per tenere vivo il ruolo che Aldo Capitini ha avuto nella storia di Perugia e dell’ Umbria. S. MATTEO DEGLI ARMENI Il complesso monumentale di San Matteo degli Armeni si trova appena al di fuori delle mura trecentesche, nella zona Nord-Ovest di Perugia, a metà strada tra S. Angelo ed il monastero di Monteripido, in un’area rimasta ancora in parte a conduzione agricola con predominanza della coltura degli olivi. La superficie coperta è di oltre mille mq, di cui 170 sono quelli della chiesa. Il parco-giardino si estende per un’area di circa 4800 mq. La sua origine risale alla metà del XIII secolo, quando monaci Armeni dell’ ordine dei Basiliani arrivarono a Perugia per costruirvi una chiesa, della quale si ha notizia a partire dal 1273. Una attendibile rappresentazione architettonica di come dovesse essere il complesso, oggi di proprietà del Comune tranne ovviamente la Chiesa, è documentata in particolare dal catasto Chiesa del 1730, che lo raffigura con una tipologia a C. La C racchiude una corte aperta sul lato a valle dove insiste una “piazza” connotata da due linee trasversali. Sappiamo anche che la corte era pavimentata a mattoni e con un pozzo al centro, e che era presente un loggiato, ancora oggi leggibile attraverso un’analisi del rilievo planimetrico dell’edificio e del prospetto verso valle. Di certo il XVII secolo ha coinciso con l’ultimo periodo di grande prestigio del complesso, che trova la sua massima rappresentazione nella realizzazione delle fontane barocche di cui oggi rimangono 8 nicchie ed una vasca centrale, probabilmente adibita a peschiera. IL RESTAURO L’intervento per ospitare il Centro di documentazione ed accoglienza per il dialogo interreligioso e per la pace ha potuto prendere il via una volta terminati, nel 2010, i lavori di consolidamento e restauro. Al piano terra si trova la reception. La zona emeroteca – ristoro è stata dotata di armadi porta borse chiudibili per i visitatori, di scaffali per esporre riviste e quotidiani, di macchinette self service e di tavolini e sedie. Le sale al piano terra sono munite di scaffalature doppie aperte a parete per i libri in libera consultazione, con parete scorrevole anteriore. Divanetti bianchi e neri diversamente assemblabili garantiscono flessibilità di arredo. Il piano terra è dotato di una sala con un’ampia vetrata con vista sul parco. Questo vano ha una sua connotazione architettonica che la contraddistingue dagli altri spazi soprattutto per il pavimento a listoni in rovere (a differenza delle altre stanze pavimentate con cotto ) con asole perimetrali in vetro calpestabili e dotate di una illuminazione al neon a scomparsa che sottolinea le parti basamentali dei pilastri in mattoni della fine del XVII secolo. All’occorrenza, questo spazio si può trasformare in una sala proiezioni o per la presentazione di libri e per attività formative. . Il primo piano è accessibile con una scala in muratura ed un ascensore. Questo piano è riservato allo “studio silenzioso” ovvero ad un numero riservato di fruitori che accedono a testi specialistici catalogati in scaffalature chiuse, parti delle quali sono riservate al Fondo Capitini. Il piano è completato da uffici, sala riunione, biblioteca per libera consultazione e postazioni computerizzate. I lavori hanno anche previsto il completamento degli impianti di illuminazione e gli impianti di prevenzione incendi. LA STORIA DEI LAVORI Il complesso è stato oggetto di lavori in tre stralci. Il primo stralcio, anni 2007-2009, dell’importo di 806 mila Euro, è stato realizzato con finanziamento regionale per i beni culturali danneggiati dagli eventi sismici del 1997. Il secondo stralcio, anno 2009, dell’importo di 80 mila Euro, è stato realizzato con fondi del Bilancio comunale dall’U.O. Beni Culturali Il terzo stralcio, marzo – giugno 2012, dell’importo di 238 mila Euro, è stato realizzato con fondi Por-Fers Bando Tac 2 dall’U.O. Beni Culturali. Il responsabile unico del procedimento, per tutti gli stralci, è stato l’ Ing. Luigi Pigliautile. S. MATTEO DIVENTA BIBLIOTECA La Biblioteca San Matteo degli Armeni, ultima nata tra le biblioteche comunali di Perugia, fungerà da centro di documentazione e ricerca, specializzato sui temi della pace e della nonviolenza, del dialogo tra i popoli e tra le religioni. La Biblioteca nasce attorno alla raccolta libraria di Aldo Capitini, che finalmente trova una più funzionale collocazione e la possibilità di essere adeguatamente studiata. La biblioteca del filosofo perugino, che resta di proprietà della Fondazione Centro Studi Aldo Capitini, consta di circa 10 mila volumi, tra monografie e periodici, dalla cui “esplorazione” (mai finora eseguita sistematicamente), gli studiosi si attendono interessanti sorprese. Accanto al fondo capitiniano la biblioteca accoglie materiali messi a disposizione da Amnesty international (con la possibilità di ospitare raccolte pertinenti offerte da altre istituzioni), libri e periodici di recente pubblicazione acquistati per l’occasione, e importanti collezioni della Biblioteca Augusta. La Biblioteca San Matteo degli Armeni vuole essere anche un punto di raccordo tra i vari soggetti e istituzioni (associazioni laiche e religiose, dipartimenti universitari, ecc.) che nel territorio lavorano sui temi della pace e del dialogo. Uno spazio aperto ai cittadini e ai visitatori, che offra opportunità di incontro e conoscenza tra le diverse culture; un centro di iniziativa culturale che organizzi conferenze, mostre, presentazioni di libri, festival e cineforum, attività formative rivolte a studenti italiani e stranieri o a insegnanti, incontri tra esperti accademici, incontri inter-religiosi. Nel periodo estivo potrebbe essere utilizzato anche il bellissimo giardino esterno. La Biblioteca è parte integrante del Sistema delle biblioteche del Comune di Perugia, che garantirà un’adeguata dotazione di personale e una base modesta ma certa di risorse economiche, presupposti per lo svolgimento di un servizio al pubblico. La gestione della Biblioteca, alla quale collaboreranno anche la Fondazione centro studi Aldo Capitini e la Tavola della Pace, vedrà anche l’apporto di una Consulta d’indirizzo aperta a tutti gli enti operanti sul territorio
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