venerdì 23 gennaio 2015

Artashat Storica

Artashat Storica : Artashat (”La gioia di Artashes”)

Artashat (”La gioia di Artashes”)

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Le colline di Artashat furono scelte dal fondatore della dinastia Artashissian, Artashes I, come il luogo della nuova capitale armena. La città fu costruita fra 189 e 188 a.C e fu situata sulla penisola formata dalla confluenza dei fiumi Arax e Mezamor. Gli scavi hanno scoperto un'insediamento importante risalente all'inizio dell'Età del Bronzo e una città urartina rinvenuta di recente. Artashat fu costruita su queste rovine. Secondo Plutarco e Strabone, la scelta del luogo e la pianta della città furono attribuiti al generale punico Annibale che sconfitto da Antioco il Grande nella battaglia di Magnesi (190 a.C.) riparo' presso il giovane Artashes:
”E' riportato che il punico Annibale dopo la sconfitta da parte di Antioco, fuggi' da Artaxias, re dell'Armenia, consigliandolo bene in molte situazioni, e osservando i grandi spazi e la bellezza naturale del luogo, allora libero e abbandonato, progetto' un modello di città, e accompagnando Artaxias là glielo mostrò e incoraggiò l'edificazione della citta' il re fu molto contento e desiderando che sorvegliasse direttamente il lavoro, eresse una città grande e maestosa che fu chiamata con il proprio nome e fu eretta come capitale dell'Armenia.” (La vita di Lucullo di Plutarco XXI).
Movses Khorenazi attribuì la fondazione della città esclusivamente al desiderio del nuovo re:
”Artashat si trovava nel luogo dove le acque del fiume Arax e Mezamor si mescolano e contento della posizione della collina, là costruì una città chiamandola Artashat dal suo proprio nome. Il fiume Arax era utile per il trasporto del legname; ed e’ li’ che costrui’ un tempio dove pose gli idoli da Bagaran, inclusa la statua di Artemide. Ma la statua di Apollo fu posta fuori della città vicino alla via destinata stare per il dio del commercio Hermes.
Più tardi quando il re Artavazd successe al trono di suo padre Tigran il Grande (53 a.C.), la cultura ellenistica raggiunse nuovi culmini, incluso il teatro. Si è detto che Artavazd era un esperto nell'arte e componeva tragedie greche. Una delle descrizioni più famose nella storia dell'Armenia accadde durante il suo regno: l'annuncio della sconfitta delle legioni romane da parte delle truppe armene durante lo spettacolo di Euripide ”Le Baccanti” quando la testa e la mano del generale sconfitto Crasso furono mostrate nel momento culminante della tragedia.
Artashat fu la capitale principale del paese per 600 anni, ”Ostann Hayoz” (tribunale e sigillo degli armeni) e sede regale per le dinastie Artashessian e Arshakuni.
Artashat fu occupata nel 58 dalle legioni siriane al comando del generale romano Gnaeus Domitius Corbulo, poi bruciata nel 59. Nel 63 le truppe armene-partene sconfissero l'esercito romano. Dopo la sconfitta l'imperatore ne riconobbe la regola del re Tiridate con una condizione: che Trdat ricevesse la sua corona da Nerone a Roma. Tiridate (63-68) ricostruì Artashat dopo il suo viaggio a Roma. Nel 114, l'imperatore romano Traiano invase l’Armenia e occupò Artashat. Quando l'Armenia si ribellò alla legge romana nel secondo secolo, la città fu distrutta nel 163 dalle truppe condotte da Statius Priscus.
Ricostruita, Artashat rimase il centro principale politico e culturale del regno fino al re Khosrov III (330-338) che mosse la capitale a Dvin nel 335, diminuendo cosi' l'importanza della città. Il re persiano Shapur II (309-379) attaccò l'Armenia nel 368 e distrusse le mura e le strutture di pietra del castello di Artashat bruciando il resto. La città fu ricostruita e rimase centro commerciale di una certa importanza fino alla caduta della dinastia Arshakuni nel 428.

Questo testo e' stato preparato con il sostegno del Professore Zhores Khachatrian, direttore della Facoltà dell’Archeologia Antica dell'Istituto Archeologico ed Etnografico dell'Accademia delle Scienze della Repubblica dell'Armenia.

Artashat Storica 3: I dintorni della città. Le difese. La disposizione
I dintorni della città

L’antica Artashat rivaleggiava con le miglori città dell'impero romano con il suo anfiteatro e la grande entrata ornata con idoli e statue presi dal centro antico religioso di Bagaran. Mantenne il suo status per 600 anni (2˚ s. a.C. – 5˚ s. d.C.) come una delle città eminenti del Medio Oriente. A nord-ovest di Khor Virap sulla collina più alta (70 metri) è la cima sulla quale si trova l'acropoli di Artashat antica ("La gioia di Artashes") dove si trovavano il palazzo e gli edifici amministrativi, la guarnigione militare e l'arsenale. La cittadella aveva una doppia cinta muraria ed era ben protetta.
Il palazzo si trovava sulla cresta della collina, su un pianoro grande (2750 mq), 5 metri sopra la linea della collina. Si tramanda che Annibale abitasse qua durante la visita al re.
Le difese
Circondata da paludi e acquitrini ad ovest, la città fu costruita sulla confluenza di due fiumi, Yeraskh (Arax) e Mezamor, che erano alimentati dai fiumi Hrazdan, Kasakh e Asat a turno. Utilizzati per l'irrigazione le acque crearono scorrendo un canale profondo ad Artashat, costituendo cosi’ una difesa naturale formidabile. Le acque profonde erano a quel tempo navigabili per un lungo tratto del fiume Arax.
Come descritto da Strabone e Tacito, le mura della fortezza di Artashat erano estese per circa 10.000 metri, 5.000 dai quali sono stati scavati. Le mura circondavano la città intera incluso le colline e la città più bassa. Il muro della seconda fortezza nell'acropoli fu urartino, ricostruito usando i principi ellenistici militari della difesa; le torrette d'angolo furono sostituite con torri rotonde di 13-15 metri di diametro. In aggiunta per la difesa della città furono costruiti passi fortificati tra una collina e l’altra obbligando i cittadini a rallentare il loro avvicinamento e smontare per passare; in questo modo si esponevano alle guardie di sopra. Cinque delle porte della città che sono state trovate raggiungevano 1.5 metri di larghezza ognuna con un paio di torri. Tutte le vie dalla città passavano vicino alle mura fornendo una protezione supplementare.
La disposizione
Gli archeologi pensano che al tempo della costruzione di Artashat il fiume Arax in realtà scorresse ad est della città, con canali artificiali ai lati occidentale e meridionale. Se è così, allora il fiume correva disordinatamente lungo la stessa direzione della via nuova che porta al villaggio di Lussarat (sud-est di Khor Virap) dove si unisce ad un canale che ancora serve per l'irrigazione.
Tigran II (140-55 a.C.) e’ conosciuto per aver costruito la città con i prigionieri dalle dodici città ellenistiche. Artashat occupava circa 400 ettari del territorio e al suo apice nel primo e secondo secolo ebbe una popolazione di circa 150.000 rendendola cosi’ una delle città più grandi del mondo antico.
La città era sofisticata in altri modi, con l'acqua corrente, l'eliminazione dei rifiuti e i bagni pubblici. La città riceveva acqua potabile da Vedi, attraverso enormi tubature d'argilla bianca (45x55 cm). L’approvviggionamento d'acqua era abbastanza per una popolazione di 100.000 abitanti. I tubi più piccoli (10 cm) portavano l'acqua ai quartieri superiori della città. Due bagni furono trovati sulla collina 8, un terzo bagno termale vicino al tempio di Tir-Apollo utilizzava l'acqua del fiume Arax.

Questo testo e’stato preparato con il sostegno del Professore Zhores Khachatrian, direttore della Facoltà dell’Archeologia Antica dell’Istituto Archeologico ed Etnografico dell’Accademia delle Scienze della Repubblica dell'Armenia.

Artashat Storica 4: I dintorni della città: le colline. La collina 1. Le regioni. Le monete di Artashat. I sigilli

I dintorni della città: le colline

Esistevano due ordini di mura intorno alla cittadella che nei tempi degli attacchi creò una doppia difesa. Le mura erano 2.6-3.5 metri di spessore con il muro interno di 20-25 metri d’altezza con le mura della cittadella che raggiungevano 50-55 metri. I muri sono scomparsi da molti tempi, per lo più per riutilizzare il loro basalto bianco e il marmo nero per costruire la capitale Dvin nel 5˚ secolo. Nella parte terminale nord-occidentale del complesso ci sono muri di mattoni di fango che probabilmente risalgono ad un periodo precedente.

La collina 1
Questa collina si trova nella parte nord-est estrema del complesso che si raggiunge piu’ facilmente prendendo la via settentrionale dal cimitero e dal parcheggio. Essa era protetta da una serie triangolare di mura ed è la parte del progetto meglio conservata, scavata completamente. La collina contiene i resti della cittadella e del palazzo, la piazza, le fondamenta della strada principale, le vie laterali e le fondamenta degli edifici che possono essere viste anche dalle fotografie satellitari prese dallo spazio. Gli edifici includono le strutture residenziali e le officine degli artigiani del ferro. In questa area furono rinvenuti 3.000 lance acute, spade, pugnali, una statua di marmo e frammenti vari, ceramiche, manufatti in vetro, pezzi ornamentali di metallo e altri artefatti.

Le regioni
Le altre colline della città furono adattate per gli usi differenti; la collina 5 era l'area residenziale. Gli scavi hanno rinvenuto tracce di stufe grandi, case residenziali e i resti dell’archivio privato. E` possibile che l'ufficio doganale e la piazza del mercato erano situati in questo quartiere. Le colline 7 e 8 erano abitate da una miscela di cittadini comuni e di ceto medio di Artashat assieme a commercianti: furono scoperti resti di ceramica, calce, lavori in metallo e vetro.
Artashat era famosa per il commercio. La mappa Peutingeriana del 1265 d.C. [Figura 1] illustra come Artashat era in collegamento con l’Iran, la Mesopotamia, le città mediterranee orientali e dell'Asia Minore cosi’ come le città greche sul mare Nero e gli altri centri commerciali greche e del mondo antico.
[Figura 1] Tracciata nel 1265 dal monaco da Colmar, la Tabula Peutingeriana mostrava gli itinerari commerciali del mondo medievale che includeva Artashat (Artaxata) nella parte in alto a sinistra di questo quadro.
Le monete di Artashat
Poiche’ Artashat era un centro commerciale importante gli archeologi hanno trovato monete della dinastia di Artashes nonche’ monete d'oro, d'argento e di rame di altre capitali commerciali. Quelle coniate ad Artashat sono interessanti; su una faccia c'è la rappresentazione di Anahit-Artemis con la corona in forma di torre. La moneta ha l'iscrizione greca, "Artashat la Capitale".
I sigilli
Tanti degli 8.000 sigilli d'argilla trovati ad Artashat datano dal 180 a. C. all'anno 59 e sono stati trovati sulle colline 5˚ e 8˚. Il numero e l'origine dei sigilli mostrano quanto vasto era il commercio ad Artashat; due archivi sono stati trovati assieme a 1035 tipi di sigilli, dai quali circa 30 tipi avevano iscrizioni e monogrammi in aramaico e in greco.

Questo testo e' stato preparato con il sostegno del Professore Zhores Khachatrian, direttore della Facoltà dell’Archeologia Antica dell'Istituto Archeologico ed Etnografico dell'Accademia delle Scienze della Repubblica dell'Armenia.

Artashat Storica 5: La collina nord-occidentale (confine turco). Il tempio di Tir-Apollo. I Bagni
La collina nord-occidentale (confine turco)

Chiusa ai visitatori, questa parte della città antica si trova sul confine turco e contiene alcune importanti scoperte incluso il tempio di Tir-Apollo (Areg/Mher/Apollo/Hermes) trovato di recente e i bagni romani. E’ trovato anche il posto del "Yerasamuin" di Agatangheghos (storico del 5˚ secolo).

Il tempio di Tir-Apollo
Il tempio è descritto bene nelle cronache medievali ma la sua posizione esatta si era persa poiche’ gli archeologi per errore avevano seguito la direzione attuale del fiume piuttosto che di quella antica. Il tempio fu distrutto anche nel periodo della conversione al cristianesimo.
Il luogo si trova sulla sponda sinistra del fiume Arax vicino al ponte Taperakan (Artashat). L’antico complesso del tempio (189-188 a.C.) fu distrutto nel primo secolo durante la campagna romana condotta da Domitius Corbulo che saccheggiò la città nel 59.
Un nuovo insedimento fu costruito sul vecchio durante il regno di Tiridate I (53-60) e il nuovo edificio costruito era simile a quello a Garni. I resti includono le fondamenta e pezzi di intaglio decorativi che ornarono gli spazi grandi. Sia le fondamenta che il tempio furono costruiti in pietra calcare. Sei gradini larghi (4.85m) portavano all'entrata orientale del tempio. Le colonne del tempio erano disposte sul modello attico e con colonne corinizie. I muri erano decorati con sculture che prendono tutta la parete.
Tra gli artefatti furono trovate ceramiche di dimensioni e tipologie varie inclusa una scoperta notevole, un vaso rosso smaltato con maniglie sormontate da una testa di leone che suggerisce che il tempio era dedicato al sole (essendo il leone il simbolo del sole d'estate e nel Medio Oriente simbolo del sole, del fuoco, degli eroi e dei re). Fu trovata anche la testa di un’aquila in pietra calcare con gli occhi e il collo dipinti di rosso scuro. Nei tempi antichi l'aquila era il simbolo del sole e messaggero per gli dei.

I Bagni
Situati a nord est del tempio i bagni usavano il sistema della stufa sotteranea per scaldare le stanze e l'acqua come a Garni. Furono situati in un grande edificio di cui sono state scavate sette stanze. La dimensione di questa seconda serie di bagni nella città situata vicino al tempio suggerisce un livello evoluto della vita urbana di Artashat.
Gli scavi hanno portato alla luce numerosi reperti dei bagni che usarono il sistema della stufa sotteranea romana. Il sistema utilizzava una caldaia grande alimentata dal fuoco mantenuto dagli schiavi. I tubi d'argilla portavano l'acqua dal fiume Arax al bagno e l'acqua calda allo stesso bagno, mentre il fuoco scaldava il seminterrato dell’edificio dove le pietre e i mattoni di materiale speciale irradiavano il calore attraverso il pavimento di piastrelle.
Questo testo e' stato preparato con il sostegno del Professore Zhores Khachatrian, direttore della Facoltà dell’Archeologia Antica dell'Istituto Archeologico ed Etnografico dell'Accademia delle Scienze della Repubblica dell'Armenia.







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